Con l’uscita della prima serie live action targata Netflix, il franchise di The Witcher ha ricevuto col passare dei mesi nuova linfa vitale. Non solo lo show con Henry Cavill nei panni di Geralt di Rivia si è infatti rivelato un successo, mettendo in cassaforte una seconda (e a quanto pare, una terza) stagione che promette di essere ancora più ricca ed emozionante, ma ha permesso anche tutta una serie di progetti trasversali atti ad espandere l’universo fantasy nato dalla fantasia dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski.
Si va infatti da The Witcher Blood Origin, serie prequel con attori in carne e ossa ambientata parecchi anni prima delle vicende dello strigo, passando anche per la versione next-gen di The Witcher 3 Wild Hunt, il capolavoro targato CD Projekt RED pronto a colpire le console di nuova generazione con una versione tanto bella da vedere quanto ricca di contenuti inediti (atteso genericamente verso la fine del 2021).
Non contenta, Netflix ha deciso di far arrivare sul catalogo streaming The Witcher Nightmare of the Wolf, il film animato incentrato sulle avventure di Vesemir, mentore di Geralt, da sempre un personaggio fin troppo tenuto in disparte che ora più che mai merita di finire sotto i riflettori grazie a un progetto che ne esalti il carattere e la personalità.
Basterà un lungometraggio animato a mettere in risalto agli occhi del pubblico il più vecchio ed esperto degli strighi di Kaer Morhen?
La storia di The Witcher Nightmare of the Wolf
The Witcher Nightmare of the Wolf si stacca in maniera piuttosto netta dalla serie live action, pur legandosi a doppio filo al fantasy di casa Netflix: l’idea è quella di raccontarci i retroscena intrisi di sangue e adrenalina dietro la formazione della figura dello strigo, con un lungometraggio in stile anime che non dimentica la prima stagione della serie TV con Cavill, facendosi però apprezzare anche da chi non ha mai seguito le gesta di Geralt.
Un “biglietto da visita” impostato come un vero e proprio prequel – anche se sarebbe meglio parlare di spin-off – che fa di tutto per farsi piacere all’appassionato delle opere di Sapkowski. Se la seconda stagione dello show con attori in carne e ossa approfondirà soprattutto la storia de Il Sangue Degli Elfi, il primo romanzo della saga (e terzo volume) atto a raccontare le vicende di Geralt e Ciri e il loro viaggio verso Kaer Morhen, in Nightmare of the Wolf facciamo invece un bel salto indietro nel tempo.
Come accennato poco sopra, il film ci racconta la storia del giovane strigo noto come Vesemir, un eroe impavido e tratti immorale che decide di intraprendere una strada che lo porterà a dover sacrificare tutto ciò che ha di più caro al mondo. L’uomo trascorre infatti le sue intere giornate a bere e dormire, tentando di sbarcare il lunario uccidendo creature e mostri di vario genere in cambio di danaro.
Le arti magiche sono però una qualità non troppo ben vista dalla popolazione locale, tanto che i witcher vengono spesso tacciati di stregoneria e respinti dalla gente comune, cosa questa in grado di creare una vera e propria spaccatura nel tessuto sociale che porterà Vesemir a dover fare una scelta più grande di lui.
Come da tradizione delle opere di Sapkowski, l’universo di Nightmare of the Wolf fonde bene e male creando un’alchimia interessante e mettendo sul piatto una narrazione che tratteggia la brutalità e le ingiustizie di un mondo – quello di The Witcher – in cui per sopravvivere è necessario spesso mettere da parte la gloria e abbracciare una vita di sacrifici e privazioni.
n maniera quasi del tutto inaspettata, The Witcher Nightmare of the Wolf dimostra di non perdere concretezza quando si tratta di replicare in chiave animata l’universo creato da Sapkowski: le origini del personaggio di Vesemir e il suo percorso per diventare il witcher, che molti di noi hanno imparato a conoscere nel terzo capitolo della serie di videogiochi, vengono raccontati in un’opera che fai dei flashback il suo punto di forza, riuscendo così a funzionare piuttosto bene per tutta l’ora e venti di durata complessiva.
La scrittura di Beau DeMayo è molto rispettosa del materiale d’origine, tanto che le uniche note stonate sono da ricercarsi in alcuni dialoghi fin troppo prolissi e una storia che non brilla certo per originalità, senza contare uno sbilanciamento generale per via di un primo atto decisamente didascalico e un epilogo che scorre via rapido e indolore, senza troppi complimenti.
Probabilmente, se si fosse optato per uno show animato (come accaduto ad esempio con Castlevania o con il recente Masters of the Universe), si avrebbe potuto avere un maggior tipo di approfondimento per quanto riguarda il protagonista e i personaggi di contorno, tra cui spicca la strega Tetra Gilcrest (doppiata da Lara Pulver).
Del resto, Vesemir e Geralt sono due figure diametralmente opposte: pur essendo entrambi witcher, il primo è decisamente più introverso e spesso interloquisce con grugniti, mentre il secondo è decisamente più espansivo e carismatico.
Sarebbe stato quindi piuttosto interessante scoprire altri lati del carattere del protagonista del film animato, sebbene rivedremo certamente Vesemir anche nella seconda stagione dello show live action, invecchiato e in procinto di lasciare il testimone al suo pupillo Geralt (e che avrà il volto di Kim Bodnia, attore conosciuto per aver interpretato Konstatin in Killing Eve).
Animazione e tecnica
The Witcher: Nightmare of the Wolf, esattamente come Castlevania, mostra a schermo un mondo adulto, sanguinoso e violentissimo, che non risparmia più che volentieri arti smembrati o copiosi fiotti di sangue e budella sparsi qua e là. Lo Studio Mir, sotto la direzione di Kwang-Il-han (già autore de La leggenda di Korra, Mortal Kombat Legends e Voltron Legendary Defender), riesce a proporre allo spettatore una regia fredda e mai troppo caotica, specie nelle poco frequenti scene di combattimento, sempre molto veloci nelle loro coreografie di morte.
Sia le animazioni che il character design (quest’ultimo in grado di strizzare pesantemente l’occhio allo stile classico giapponese) mostrano forse i limiti di una direzione artistica tutto sommato solo modesta, in grado di ridurre un po’ l’impatto emotivo della narrazione, al contrario piuttosto incisiva.
Bene anche il doppiaggio in lingua originale, grazie a un cast di tutto rispetto: Lara Pulver (la Irene Adler della serie TV britannica Sherlock) interpreta Tetra, mentre Graham McTavish doppierà Deglan (il Witcher che decide di rivendicare Vesemir grazie alla cosiddetta Legge della Sorpresa). Infine, Mary McDonnell interpreta Lady Zerbst, mentre Theo James (Castlevania, Divergent) dà la voce al protagonista Vesemir.
Decisamente meno incisivo il doppiaggio in lingua italiana che, nonostante una buona fattura generale, risulta spesso poco spontaneo (in virtù anche della mole considerevole di dialoghi parlati).
Insomma, dopo la visione di The Witcher: Nightmare of the Wolf resta l’idea che Netflix, al fine di ingannare l’attesa per la prossima stagione della serie principale in arrivo il 17 dicembre prossimo, abbia deciso di proporre questo prologo dark fantasy rivolto a tutti coloro che non riescono proprio a fare a meno delle avventure in giro per il Continente incentrate su strighi, maghi e menestrelli.
Studio Mir è quindi riuscito a mettere in scena una storia di sangue e redenzione tutto sommato godibile, che farà da gustoso antipasto alla portata principale in uscita verso la fine dell’anno.
*FONTE: Spazio Games.