La seconda stagione della serie di successo di Netflix, The Witcher, ha ormai fatto il suo debutto durante lo scorso mese di dicembre, dandoci modo di immergerci ancora più in profondità nel mondo fantasy nato dalla penna dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, divenuto poi anche una serie di videogiochi di successo prodotta e sviluppata da CD Projekt RED, il cui terzo capitolo è ormai diventato un cult senza tempo.
The Witcher: Blood Origin si pone non come la terza stagione – attualmente in lavorazione – bensì come uno spin-off ambientato più di un secolo prima delle vicende di Geralt di Rivia (Henry Cavill), proponendoci quindi personaggi e situazioni mai viste prima.
Malgrado il rilascio di questa nuova serie non sia vicino, visto che al momento manca ancora una data di uscita ufficiale sul catalogo streaming, Blood Origin sarà una serie davvero imperdibile per ogni appassionato dell’universo fantasy dello strigo, con Declan de Barra nelle vesti di showrunner e Lauren Schmidt Hissrich in quelle di produttrice esecutiva.
De Barra, in particolare, si è occupato in precedenza anche della sceneggiatura di altre due serie TV, ossia Marvel’s Iron Fist (uscita nel 2017 e basata sull’omonimo eroe targato Marvel) e The Originals (serie televisiva statunitense di genere fantasy, creata da Julie Plec e trasmessa per la prima volta nel 2013).
Quando è ambientata The Witcher Blood Origin
1200 anni prima delle avventure di Geralt, The Witcher: Blood Origin racconterà la storia dei primi cacciatori di mostri, da dove tutto ha avuto inizio: in un mondo in cui il mondo dei mostri, degli uomini e degli elfi si fonderanno in un modo mai visto prima nascerà il primo witcherdestinato a cambiare per sempre il corso della storia e del Continente.
La descrizione ufficiale della serie rilasciata da Netflix recita:
«Ogni racconto ha un inizio. Scopri la storia inedita del Continente con The Witcher: Blood Origin, una nuova serie prequel ambientata in un mondo elfico 1200 anni prima degli eventi di The Witcher. Blood Origin racconta una leggenda perduta nel tempo, esplorando la creazione del primo prototipo di witcher e gli eventi che portano alla cruciale “Congiunzione delle Sfere”, quando gli universi di mostri, uomini ed elfi si sono fusi in un unico mondo. The Witcher: Blood Origin è in uscita nel 2022, solo su Netflix.»
Blood Origin sarà quindi interamente ambientato nel corso di un evento catastrofico noto con il nome di Congiunzione delle Sfere, durante il quale alcuni dei mondi che compongono l’universo si uniranno per sempre, cambiando per sempre il destino dei suoi abitanti.
Declan de Barra ha spiegato ad Entertainment Weekly che la storia si svolgerà in un mondo pre-colonizzato, quindi di fatto prima che gli esseri umani facessero la loro comparsa su quelle lande. La produttrice esecutiva Lauren Hissrich ha anche reso noto che a quei tempi il mondo era decisamente più florido e splendente rispetto a quello visto nella serie principale di The Witcher, ambientata infatti centinaia di anni dopo.
Ciò permetterà a Blood Origin di prendersi diverse libertà creative, riuscendo allo stesso tempo a non tradire l’estetica e il tono dei romanzi originali di Sapkowski.
Blood Origin sarà collegata alle altre stagioni e ai videogiochi di The Witcher?
Considerando la grandezza del mondo di The Witcher, non ci stupirebbe se Blood Origin riuscisse ad espandere ulteriormente la lore dell’universo narrativo di Sapkowski: la prima stagione della serie TV, infatti, ha lasciato in sospeso un gran numero di segreti del Continente, così come la seconda stagione è riuscita a rispondere solo sommariamente ad alcuni quesiti dell’universo in cui avvengono le avventure dei witcher, incluso il protagonista Geralt, Ciri, Yennefer e tutti gli altri personaggi di contorno.
A fronte di tutto questo, un prequel potrebbe di fatto esplorare diversi aspetti lasciati volutamente in sospeso, e per farlo potrebbe utilizzare proprio il tema della Congiunzione delle Sfere (menzionato più volte nelle prime due stagioni.
The Witcher Blood Origin, quindi, svelerà altri dettagli anche sulla cosiddetta Prova delle erbe, il duro e doloroso test riservato solo ai guerrieri più tenaci, ultimo passaggio a cui sono sottoposti gli aspiranti e giovani witcher apprendisti.
Ma non solo: nell’episodio 5 della seconda stagione Geralt e Istredd si avventurano nel sito del Monolito che Ciri ha distrutto nella prima stagione. Proprio i Monoliti, che si ipotizza possano ospitare creature demoniache, potrebbero in verità essere veri e propri portali tra mondi.
I Monoliti potrebbero infatti essere giunti sul Continente proprio a seguito della Congiunzione delle Sfere, permettendo ai mostri di viaggiare tra i regni, visto che proprio nel finale della Stagione 2 di The Witcherabbiamo avuto un suggerimento in merito, legato alla Caccia Selvaggia.
A fronte di tutto ciò è molto probabile che The Witcher Blood Origin svelerà a chiare lettere i meccanismi dietro i monoliti, riuscendo così ad agganciarsi in un certo qual modo alla serie principale, svelandone magari alcuni passaggi poco chiari o “buchi” lasciati volutamente in sospeso.
Da notare anche che i Monoliti sono un dettaglio che non nasce dalle pagine dei vari romanzi scritti da Andrzej Sapkowski, bensì dall’universo videoludico del franchise messo in piedi da CD Project RED. In The Witcher 3 Wild Hunt ricordiamo infatti la presenza di dieci monoliti (noti anche come obelischi), i quali sono caratterizzati da misteriosi simboli magici.
Da quanti episodi sarà composta The Witcher Blood Origin?
Lauren Schmidt Hissrich ha dichiarato che la serie principale sarà composta da sette stagioni, escluso ovviamente il film animato The Witcher: Nightmare of the Wolf . Le vicende del prequel live action The Witcher Blood Originsaranno ovviamente considerate del tutto canoniche con l’universo televisivo di Netflix.
Al momento è stato confermato che lo spin-off sarà composto da 6 episodi in totale. Ricordiamo che la prima stagione e la seconda stagione della serie televisiva principale di The Witcher sono rispettivamente composte da 8 episodi ciascuna.
Blood Origin sarà quindi uno show leggermente più breve rispetto alle avventure di Geralt di Rivia, cosa questa che non ne condizionerà in ogni caso il livello qualitativo generale.
La stessa Hissrich si è in ogni caso detta entusiasta della lavorazione della serie, dettaglio questo messo in risalto sin dall’annuncio ufficiale dell’inizio dei lavori dello show, via Twitter.
«Ho i nostri primissimi testi di questo prequel, l’origine stessa di Blood Origin. Sono così orgogliosa di Declan de Barra, tutte le star di The Witcher, e in particolare i nuovi artisti di talento che stanno portando questo mondo alla vita.»
The Witcher Blood Origin: da chi sarà prodotta la serie
Lo showrunner della serie Netflix in uscita nel 2022, come accennato poche righe più in alto, sarà Declan de Barra, sceneggiatore anche della prima stagione di The Witcher nonché della season première della seconda, uscita a dicembre 2021 sul catalogo streaming.
De Barra sarà affiancato dall’ideatrice e showrunner di The Witcher, Lauren Hissrich, ora in veste di produttrice esecutiva, assieme all’autore dei libri originali Andrzej Sapkowski (il quale figura come consulente creativo dello show) e ai produttori Jason Brown, Sean Daniel, Jarek Sawko e Tomek Baginski.
La serie ha inoltre dalla sua due registi confermati in veste ufficiale, Sarah O’Gorman e Vicky Jewson. Deadline riporta che O’Gorman dirigerà la première, il finale e il quarto episodio. La Jewson si occuperà invece del secondo, terzo e quinto episodio.
Cast: gli attori e i personaggi confermati fino a ora
L’interprete di Vikings Laurence O’Fuarain sarà l’attore di punta che, come riportato sempre da Deadline, vestirà i panni di un guerriero di nome Fjall. In un paio di tweet, l’account ufficiale di The Witcher ha descritto Fjall come un guerriero destinato a portare «una profonda cicatrice dentro di sé».
Al fianco di O’Fuarain ci sarà Michelle Yeoh, il cui ingresso nel cast è stato annunciato a luglio dello scorso anno. Yeoh interpreterà un personaggio chiamato Scían, l’ultima della sua tribù nomade di elfi spadaccini. Ferita nel profondo del cuore, nessuno può eguagliarla con l’uso delle armi bianche, ma quando si presenterà l’occasione di recuperare una spada sacra rubata – sottratta alla sua tribù ormai decaduta – Scían deciderà di lanciarsi in una caccia mortale che cambierà per sempre il destino dell’intero Continente.
Variety ha riferito che anche l’attrice Sophia Brown si sarebbe unita al cast di The Witcher Blood Origin nel ruolo di Éile. La star di Queen & Slim, Jodie Turner-Smith, era stata scelta per lo stesso ruolo a gennaio dello scorso anno, ma a quanto pare ha dovuto abbandonare il progetto per via di altri impegni contrattuali.
Netflix descrive ad ogni modo il personaggio di Éile come «una feroce ed abile guerriera, con la voce di una dea», visto che si tratterà di una combattente che ha però deciso di lasciare il suo clan e il suo ruolo di guardiana della regina per seguire la sua vocazione da musicista nomade.
The Witcher Blood Origin vedrà nel cast anche una serie di attori secondari di un certo peso: tra questi, la leggenda della commedia inglese Sir Lenny Henry, oltre a Mirren Mack, Nathaniel Curtis e Dylan Moran. Henry, che apparirà anche nella prossima e attesissima serie Amazon Studios dedicata a Il Signore degli Anelli, interpreterà un personaggio chiamato Balor. Mack darà invece la sua voce a Merwyn, Curtis a Brían e Moran a Uthrok One-Nut.
Infine, si uniranno al cast di attori anche Jacob Collins Levy, Amy Murray, Lizzie Annis, Huw Novelli, Francesca Mills e Zach Wyatt. Questi interpreteranno rispettivamente Eredin, Fenrik, Zacaré, Brother Death, Meldof e Syndril.
Poco sorprendentemente, nessuno dei membri del cast dello show originale sarà coinvolto, pare, nella realizzazione del prequel live-action. Vale a dire che sia il Geralt di Rivia di Henry Cavill che la principessa Ciri di Freya Allan che la maga Yennefer di Anya Chalotra non faranno la loro apparizione nel prossimo Blood Origin.
Non è chiaro – sebbene molto improbabile – se possa fare la sua apparizione Vesemir (interpretato nella seconda stagione da Kim Bodnia), protagonista anche del film animato Nightmare of the Wolf, disponibile sempre su Netflix).
Alcuni fan hanno però ipotizzato che l’intera storia possa essere narrata dal bardo itinerante Jaskier (Joey Batey), visto nella serie madre, sebbene al momento si tratta più che altro di un’indiscrezione non ancora confermata in veste ufficiale da Netflix.
Dov’è stata girata The Witcher Blood Origin?
A settembre 2021, i occasione di TUDUM – il primo evento globale Netflix per i fan, tenutosi sul canale YouTube ufficiale della piattaforma di streaming – lo staff di produzione di The Witcher Blood Origin ha rilasciato online un video dietro le quinte che mostrava lo stato dei lavori.
Più in particolare, nel filmato lo showrunner ci accompagna per mano in alcune delle location che sono state utilizzate per girare la serie, molte delle quali in Islanda, mostrandoci quindi lo scenario che farà da sfondo alle vicende di Blood Origin.
Nella clip, De Barra accenna al fatto che lo show non abuserà di CGI per dare vita ai mostri che i protagonisti dovranno affrontare, assicurando quindi che si tratterà di una serie realizzata «alla vecchia maniera» ma senza sacrificare in alcun modo il livello qualitativo a cui ci hanno abituato le prime due stagioni principali di The Witcher.
Data di uscita
Al momento, la data di uscita ufficiale di The Witcher Blood Origin non è ancora stata resa nota da Netflix.
Sebbene tra la prima e la seconda stagione della serie con protagonista Henry Cavill ci sia stata una pausa di due anni per via dell’emergenza sanitaria (oltre che a causa di alcuni incidenti avvenuti proprio durante le riprese, come ad esempio l’infortunio alla gamba dello stesso Cavill), il colosso dello streaming sembra aver confermato che la serie prequel vedrà la luce entro e non oltre la fine del 2022.
Al momento in cui scriviamo, manca tuttavia ancora una data precisa da segnare in rosso sul calendario, la quale potrebbe essere resa nota già entro la prima metà dell’anno.
*FONTE: Spazio Games.