Ricercatori del Politecnico di Milano svelano i segreti delle antiche tombe nipponiche grazie ai telerilevamenti e ne rilevano gli orientamenti grazie alle immagini satellitari.
Erano rivolte al Sole, per sottolineare l’origine divina dell’imperatore e da oggi non hanno più segreti. Un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, Norma Baratta, Arianna Picotti e Giulio Magli ha infatti effettuato uno studio rivoluzionario sui tumuli funerari giapponesi, mai fatto prima, nel continente asiatico, a causa del gran numero di siti archeologici e del fatto che l’accesso alle grandi tombe è vietato.
Lo studio, volto ad approfondire la conoscenza del rapporto tra questi monumenti e il paesaggio, in particolare con il cielo, è stato realizzato grazie al telerilevamento di immagini satellitari e i dati ottenuti indicano un forte collegamento dei corridoi d’ingresso dei Kofun (grandi tombe a forma di buco della serrature) con l’arco di cielo dove il Sole e la Luna sono visibili ogni giorno dell’anno e mostrano un orientamento verso l’arco dove – durante il solstizio d’inverno – nasce il Sole, divinità che gli imperatori giapponesi collegavano all’origine mitica della loro dinastia, ritenuta discendente dalla Dea Sole Amaterasu.
Le isole giapponesi sono costellate da centinaia di antichi tumuli funerari. Quelli più piccoli dovrebbero appartenere a ufficiali di corte e a membri della famiglia reale, mentre i più imponenti sono attribuiti ai semileggendari primi imperatori, come il cosiddetto Daisen Kofun, tradizionalmente attribuito a Nintoku: il sedicesimo imperatore del Giappone. Il tumulo, con i suoi 486 metri di lunghezza e circa 36 di altezza, è uno dei monumenti più grandi mai costruiti sulla Terra e appartiene a un gruppo di tombe recentemente iscritte nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco.
Sui tumuli giapponesi non ci sono fonti scritte e i rari scavi sono effettuati solo a quelle più piccole, poiché le più grandi sono protette per legge, anche all’esterno: molti monumenti sono recintati e non è permesso entrare nel perimetro, per questo è impossibile ottenere una misurazione precisa di altezza e larghezza. Per questo, lo studio, pubblicato sulla rivista “scientifica “Remote Sensing” sono da considerarsi una novità assoluta.
*FONTE: Rai News.