Un altro interessante passo verso la libertà, finalmente, dai cavi di alimentazione è stato compiuto: l’università di Tokyo ha realizzato una stanza intera in grado di alimentare ogni tipo di apparecchio elettrico, dalle lampadine ai computer, passando per ventilatori e smartphone. Niente prese, niente cavi, niente spine. La stanza ha corrente a sufficienza per alimentare più apparecchi in contemporanea.
Il principio che permette questa strabiliante impresa è lo stesso delle basette di ricarica wireless che sono ormai diventate un oggetto comune – lo stesso, tra l’altro, che Nikola Tesla aveva teorizzato all’inizio del 20° Secolo. La stanza è contenuta in un parallelepipedo di metallo (alluminio, per la precisione) da 3 x 3 x 2 metri, nella cui struttura, in posizione strategica, sono posizionati dei condensatori. I condensatori trasmettono corrente elettrica attraverso pareti, soffitto e pavimento, che genera a sua volta un campo magnetico che rimbalza dentro alla stanza, senza scappare. I dispositivi e gli apparecchi sono equipaggiati con dei ricevitori magnetici, molto simili alle bobine che si trovano negli smartphone odierni; questi catturano il campo magnetico e lo trasformano in energia elettrica.
I ricercatori sono riusciti a realizzare un sistema efficiente almeno al 50% in quasi tutta la stanza (nel 98% di tutto il volume, precisano) generando due diversi campi magnetici che coprano l’uno gli angoli morti dell’altro. È chiaro che non siamo nemmeno vicini a valori sostenibili per l’impiego quotidiano, ma si tratta comunque di uno dei concept più avanzati e sofisticati sul tema realizzati finora.
L’altra grande sfida da risolvere, oltre all’efficienza, è la direzionalità. I magneti per la ricarica dei dispositivi “client” funzionano solo se sono orientati in modo ottimale rispetto al campo magnetico generato. È difficile accorgersene con uno smartphone, perché non si può appoggiare tanto più che on orizzontale; ma se provate ad avvicinare il dispositivo a una basetta tenendolo in piedi non si carica solo perché è troppo distante, ma anche perché le sue bobine sono “2D”, per così dire. E per il momento quello delle bobine “3D” è un rebus che ancora non siamo riusciti a risolvere.
Resta infine da capire: un sistema del genere può essere sicuro per la salute umana/animale?Per ora i ricercatori hanno osservato che con un totale di 50 W di energia irradiati nella stanza i valori sono inferiori a quelli di sicurezza indicati dalla FCC e dalla IEEE. Detto questo, sono loro i primi a ipotizzare che ci sia bisogno di più studi per capire effettivamente quali potrebbero essere le implicazioni.
*FONTE: HD Blog.