Il Giappone ospita questa settimana i colloqui sullo sviluppo con i leader africani, cercando di rafforzare la sua presenza sul continente e di offrire un’alternativa agli investimenti di una Cina sempre più assertiva. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha dichiarato di volere che l’ultimo round della Tokyo International Conference on African Development, Ticad, aiuti a “lanciare un’azione giapponese di impatto” sul continente, riporta Afp.
E l’incontro, che si tiene circa ogni cinque anni dal 1993 in Giappone o in un paese africano, si inserisce nel contesto dell’espansione degli investimenti della Cina, che l’anno scorso ha annunciato 60 miliardi di dollari di finanziamenti per lo sviluppo dell’Africa. Questa cifra è il doppio di quella promessa dal Giappone nell’ultimo Ticad del 2016. A Tokyo, comunque, è improbabile che venga esclusa la Cina nei colloqui, che iniziano mercoledì e durano fino a venerdì.
Tokyo cercherà invece di posizionarsi come partner di “qualità”, offrendo prestiti ad alto impatto e altre forme di assistenza senza i vincoli cinesi accusati di creare delle vere trappole del debito.
Il Giappone vuole guidare la crescita dell’Africa «con il suo sviluppo di infrastrutture di alta qualità, tecnologia scientifica e innovazione», ha detto recentemente Abe. La cinese Belt and Road Initiative, che offre centinaia di miliardi di dollari di finanziamenti cinesi per massicci progetti infrastrutturali, è stata accolta con entusiasmo in molte parti dell’Africa.
Ma nel continente come altrove, è stata criticata per aver favorito le aziende e i lavoratori cinesi rispetto alle economie locali, strangolando le nazioni con il debito e ignorando i diritti e le questioni ambientali. Molti dei progetti infrastrutturali in Africa potrebbero diventare un onere del debito abbastanza significativo per alcuni paesi, secondo nipponici. Il Giappone afferma che offrirà finanziamenti più favorevoli, senza gli accordi sui diritti esclusivi spesso inseriti nei progetti della Cina. Tra i prestiti che Tokyo dovrebbe annunciare ce n’è uno di 400 miliardi di yen nel finanziamento per lo sviluppo di progetti di energia rinnovabile, riportava Nikkei Daily.
Il denaro potrebbe finanziare progetti che includono l’espansione di impianti di generazione di energia eolica in Egitto e la costruzione di unità di energia geotermica in Kenya e Gibuti; separatamente, il governo giapponese e la Banca africana di sviluppo annunceranno congiuntamente i piani per offrire più di 300 miliardi Yen nei prestiti per «qualità e sviluppo trasparente» delle infrastrutture.
Gli investimenti diretti del Giappone in Africa erano pari a 7,8 miliardi di dollari alla fine del 2017. Secondo i dati si trattava di una cifra di gran lunga inferiore ai 43 miliardi di dollari della Cina. E mentre le esportazioni giapponesi verso l’Africa l’anno scorso sono diminuite di oltre il 27% rispetto ai livelli del 2008, la Cina ha visto un aumento di quasi il 50% delle esportazioni verso il continente nell’ultimo decennio.
Al Ticad saranno presenti capi di stato come il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ed il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa oltre a 150 società giapponesi che parteciperanno ad un expo sul commercio.
*Fonte: Agcnews.