Era nell’aria già da qualche giorno, sin dall’intervista a Tetsuro Araki in cui fu lo stesso regista in capo a mostrare l’apertura del team nei riguardi di una quarta stagione dell’anime de L’Attacco dei Giganti. Promessa mantenuta, dato che l’ultima puntata della terza serie ha annunciato in pompa magna l’attesissimo sequel. È bastato un semplice teaser a mandare in visibilio un’intera community, una clip di pochi secondi che in realtà merita di essere analizzata molto più nel dettaglio per una serie di motivi. Tuttavia, prima di approfondire ciò che riguarda questa quarta stagione, è doveroso fare un passo indietro, verso la storia del progetto animato da un punto di vista diverso.
Se sin dal suo debutto siete rimasti affascinati dall’illustre lavoro dello staff dietro la produzione delle animazioni e, di conseguenza, da un comparto tecnico in grado di coprire anche piuttosto attentamente parecchi problemi, allora sappiate che non è assolutamente oro tutto ciò che luccica. E questa serie televisiva rappresenta perfettamente tutti i problemi dietro l’omologa industria del Sol Levante.
Probabilmente, avrete letto tante volte notizie circa la critica condizione lavorativa dei dipendenti del settore, con budget a episodio limitati (irrisori se messi a confronto con le produzioni statunitensi) che si riversano nelle tempistiche e sugli stipendi, dove la piramide gerarchica si conclude proprio con l’in-betweener, l’addetto a far combaciare i frame del Key Animator in una sequenza fluida e il meno legnosa possibile. Non sta di certo a noi ricordarvi la polemica attesa che separò la prima dalla seconda stagione della serie televisiva, un tripudio di critiche che culminò nel numero di episodi che L’Attacco dei Giganti 2 presentò al suo pubblico: un totale di 12 puntate.
12 infernali puntate, ci teniamo ad aggiungere. Questo perché la produzione dell’anime si compì in nemmeno 6 mesi, con ritmi lavorativi estenuanti, con salti mortali per rispettare le scadenze della trasmissione, con un numero di addetti alla direzione dell’animazione spaventoso. E la season 3 affrontò un problema analogo, quanto meno nella prima parte.
Questo perché è comune nel settore associare l’elevato numero di animation director presenti in una puntata a un episodio che ha necessitato di più lavoratori che curassero i cut, decretando l’ovvia scarsità di tempo per il chief animation director di stare dietro a tutto.Insomma, ben venga che la quarta stagione arrivi solo ad autunno 2020: significa più tempo per lo staff per realizzare il miglior prodotto possibile. Dopotutto, “The Final Season” non lascia scampo a molti giochi di pensiero: L’Attacco dei Giganti 4 sarà l’ultima stagione.
Dal manga all’anime
A giudicare dal numero di capitoli restanti da adattare è estremamente lecito pensare a una produzione di almeno 24 episodi, seppur ci teniamo a precisare che è probabile, o almeno supponiamo, una distribuzione in due tranche, proprio come è accaduto con la terza stagione. Anzi, in fondo non sono nemmeno da escludere 3 cour narrativi, piuttosto che i canonici due (alla stregua di Sword Art Online: Alicization). L’originale cartaceo non è ancora concluso, seppur agli sgoccioli – come ripetuto ormai fino alla nausea dallo stesso Isayama – quindi non ci stupiremmo se staff e autore avessero già iniziato a prendere i primi contatti per rispettare la tabella di marcia.
Siamo giunti, ormai, nella parte più affascinante dell’opera, nel momento in cui la storia smaschera un wordbuilding colossale, una serie di colpi di scena dove il vero nemico non è un nemico. E sottolineiamo, ciò non va inteso come uno spoiler, in quanto una guerra va vista sempre dai due punti diametralmente opposti, dagli ideali di chi la porta avanti. La genialità del sensei sta proprio nel permetterci di toccare con mano, senza censure, la mentalità di un mondo corrotto dal peccato di avidità e arroganza. Preparatevi, dunque, al nuovo Attacco dei Giganti.
Tornando all’anime, vogliamo lasciare lo spazio alla discussione circa le possibili voci di corridoio che vedrebbero un cambio di testimone dallo studio Wit a un’altra azienda. Innanzitutto, chiunque prenda (eventualmente) le veci di Wit Studio non stravolgerà il comparto artistico, come capitato a One Punch Man, ma manterrà l’attuale linea visiva. Ma questo è un motivo che conferma anche i nostri sospetti, ovvero che il cosiddetto testimone, qualora fosse confermato il passaggio di diritti, non andrebbe tra le mani di uno studio qualunque, bensì a Production I.G (Ghost in the Shell, Haikyuu!).
Wit non è solo un’azienda nata da una delle costole di Production I.G, ma è anche lo studio commissionato per le animazioni. Infatti, vi basterebbe dare un’occhiata ai producer dell’anime per scoprire come la società non abbia chissà quale ritorno economico. Wit Studio percepisce gli introiti in parte, distribuito nelle diversi propertiers dei committee (le aziende responsabili del titolo), ovvero Production I.G.. Il che non dovrebbe farvi preoccupare per due motivi: Il primo di essi riguarda proprio lasciare più spazio di manovra alla stessa costola dello studio, impegnata in estate con Vinland Saga. Il secondo, invece, libera Wit dal fardello di una produzione massacrante a fronte di incassi irrisori, lasciando il pugno di sassi a chi trasforma la roccia in oro, nonché la società che non ha alcun interesse nello stravolgere il comparto tecnico.
Ci teniamo, inoltre, ad aggiungere che tutta questa enorme parentesi potrebbe morire d’ufficio, confermando poi Wit Studio nuovamente alle animazioni o, ancora, cambiando le carte in tavola e affidando poi il progetto a un’altra società. Tutto ciò non ci è dato saperlo, ma se i piani fossero cambiati per quale motivo mostrarci un trailer con quel comparto artistico e non una semplice locandina promozionale? Perché se tutto viene fatto in casa allora non ci stupiremmo, com’è evidente, che i lavori per l’Attacco dei Giganti 4 sono già iniziati, magari in pre-produzione.
Non possiamo che restare con le antenne ritte al cielo, in costante attesa di captare ogni singola informazione nei riguardi di questo colossale anime che, finalmente, sta per aprire le porte alla saga conclusiva di una storia destinata a restare impressa negli annali. Motivo per la quale non possiamo nascondervi tanto entusiasmo, poiché abbiamo assistito, settimana dopo settimana, a un baluardo del panorama nipponico, che ci accompagnerà ancora (e un’ultima volta) a partire da ottobre 2020.
*FONTE: Everyeye.it.